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28 aprile 2014 1 28 /04 /aprile /2014 05:44

due papi1

 

La canonizzazione dei due papi, avvenuta alle 10.15 di oggi, con la frase di rito in latino, è durata poco più di un minuto.

Erano presenti il papa emerito Benedetto XVI, 150 cardinali, 1.000 vescovi, 6.000 preti, 122 delegazioni ufficiali. Tra queste ultime c’erano re, capi di Stato e di governo, a cominciare da Napolitano e da Renzi, per finire col dittatore Mugabe, presidente dello Zimbawe.  

Ma soprattutto era presente almeno un milione di persone provenienti da tutto il mondo, in particolare dall’Italia e dalla Polonia, com’era naturale essendo queste le Nazioni d’origine dei due papi proclamati santi.

                                                                                                                                                                                                                               

Francesco, nella sua omelia, ha cercato di unificare le due figure citandole come “uomini coraggiosi” che non hanno avuto paura di “chinarsi” di fronte alla “sofferenza” e alle “piaghe” dell’uomo, dando così “testimonianza alla Chiesa e al mondo della bontà di Dio, della sua misericordia”. Non ha potuto, però, dimenticare le differenze tra i due personaggi: «..nella convocazione del Concilio, Giovanni XXIII ha dimostrato una delicata docilità allo Spirito Santo, si è lasciato condurre ed è stato per la Chiesa un pastore, una guida-guidata. Questo è stato il suo grande servizio alla Chiesa; per questo a me piace pensarlo come il Papa della docilità allo Spirito….Giovanni Paolo II - ha aggiunto - è stato il Papa della famiglia. Così lui stesso, una volta, disse che avrebbe voluto essere ricordato, come il Papa della famiglia». 

Dopo la celebrazione della messa Bergoglio ha voluto fare un bagno di folla, percorrendo con la “papamobile” alcuni chilometri e benedicendo i fedeli accalcati dietro le transenne di via della Conciliazione.

due-papi2.jpg

 

Le televisioni italiane hanno “coperto” l’evento con grande dispiegamento di forze (troppe a mio giudizio!): RAI News, in primis, con le sue dirette quasi ininterrotte, sin dalle prime ore del mattino, ha mostrato la duplice valenza dell’avvenimento. E’ stata una giornata di spiritualità e di festa popolare insieme: abbiamo visto uomini e donne inginocchiati a pregare, altri intenti a protestare per gli eccessivi controlli, altri che sventolavano bandiere soprattutto biancorosse o cantavano o recitavano rosari.

                                                                                                                               

Quasi tutti i papi, durante il loro pontificato, hanno nominato dei santi, da Pio XII (33) a Benedetto XVI (44) stesso, da Alessandro III (8) a Giovanni Paolo II (che detiene il record con 123 santi da lui proclamati): ne ha fatto a meno Alessandro  VI (al secolo Rodrigo Borgia) in tutt’altre faccende affaccendato. Ma dalle cronache non risulta che la canonizzazione di un beato sia stata accompagnata da una tale spettacolarizzazione. Non ho la preparazione, né storica né sociologica né di psicologia delle masse, per spiegarne bene i motivi. Posso azzardarne alcuni:

1. la grande facilità di comunicazione e di trasporti di questi tempi (televisioni, social network, aerei, treni, automobili);

2. la grande popolarità dei due papi, legata alla loro quasi contemporaneità.;

3. il desiderio universale d’idee e ideali unificanti, che trovano poco sbocco nella politica praticata, fatta sempre più di slogan, parole d’ordine, talora offensive nei confronti degli avversari.

In quest’epoca di passaggio e di crisi, alla discussione sembra essersi sostituito il fanatismo, al ragionamento il fideismo nel capo, alla comprensione dell’altro lo sberleffo. Soprattutto nel nostro Paese.

Credo che tutto questo, però, c’entri poco con il rinnovamento della Chiesa, quello propugnato da San Francesco cui il papa attuale ha detto di volersi ispirare.

 

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